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Classe 1 C- lavoro coordinato con la prof.ssa Belluardo

La professoressa Belluardo ci ha divisi in gruppi di 4  persone per fare un compito di realtà, ovvero immaginare di fare un viaggio immaginario a Siracusa partendo dai miti e le leggende che riguardano questa città della Sicilia. L' obbiettivo di questo lavoro è quello di conoscere meglio alcuni luoghi storici del nostro territorio e contemporaneamente renderci più competenti delle realtà circostanti.

Mito: Alfeo e Aretusa

Aretusa era la ninfa  prediletta da Diana, insieme trascorrevano le loro giornate nei boschi sotto il Monte Olimpo in Grecia. Durante una battuta di caccia,  Aretusa si allontanò dal gruppo di ancelle ed arrivò sola davanti alle sponde del fiume Alfeo, le cui acque erano pure. Era una giornata afosa e la ninfa si tolse le vesti e s’immerse. Improvvisamente l’acqua attorno a lei cominciò a formare dei vortici, qualcosa di magico stava forse per succedere. Turbata da queste sensazioni cercò di uscire dalle acque, ma fu proprio in quel momento che il fiume Alfeo si tramutò in un bel giovane biondo che si mostrò alla ninfa Aretusa.

Lei riuscì a svincolarsi e a raggiungere la riva, anche Alfeo uscì dal suo fiume e la inseguì.
Aretusa, per paura di essere raggiunta, chiese protezione a Diana, chiedendo di essere trasformata in sorgente in un luogo possibilmente molto lontano dalla Grecia. Diana prima la avvolse in una nebbia misteriosa, poi la tramutò in una sorgente e la portò in Sicilia a Siracusa presso l’isola di Ortigia.
Alfeo in mezzo a quella foschia perse così di vista la sua bella ninfa e quando la nebbia scomparve non trovò più nulla, vide solo come in uno specchio una fonte d’acqua zampillante ed immersa in un giardino meraviglioso. Alfeo capì il prodigio ma era talmente innamorato che straripò. Gli dei ne ebbero pietà e Giove l’onnipotente gli permise di raggiungere la sua amata, ma Alfeo dovette fare un grande sforzo, scavò un canale sotto il Mare Ionio e dal Peloponneso venne a sbucare nel Porto grande di Siracusa, accanto alla sua bella amata Aretusa. Insieme vissero felici per sempre.

Leggenda: “A rutta da Pillirina”

La grotta della Pellegrina, in dialetto siracusano "rutta da Pillirina", è una grotta di origine carsica situata sulla punta estrema della penisola Maddalena, detta anche “Punta del gigante”. L'ambiente racchiude in sé l'essenza della Sicilia: un mare cristallino, un paesaggio mozzafiato, l'affascinante Ortigia all'orizzonte...

Molte sono le leggende che rendono la grotta più affascinante, tra queste una narra di una fanciulla che abitava con la sua famiglia in un ricco palazzo proprio sulla punta del gigante. Ella si innamorò di un marinaio e, contro il volere dei propri genitori, lo incontrava di nascosto. La famiglia desiderava che si sposasse con uno della stessa condizione sociale, ma a lei non importava. I due, nelle notti di luna piena, facevano l'amore su un materasso di alghe portato dal mare. Gli incontri erano frequenti e i fanciulli sempre più innamorati, finché un giorno lui non si presentò e la ragazza lo aspettò fino all'alba. La nave del marinaio a causa di una forte mareggiata fu condotta la sua alla deriva. La ragazza non lo sapeva, così si buttò in mare. I pescatori raccontano che quando c'è la luna piena, si può scorgere la ragazza”pellegrinare”dentro la grotta.

 Attività scolastiche
Compito di realtà: un viaggio a Siracusa tra miti e leggende
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