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Laboratorio di legalità: PER NON DIMENTICARE   IL GHETTO DI TEREZIN

 

di Carla Riso e Bianca Zerbo 1 A

 

Il campo di concentramento Thereresienstadt, per alcuni studiosi denominato solo come Ghetto di Terezin, è stata una struttura di internamento e deportazione, utilizzata dalle forze tedesche durante la seconda guerra mondiale. Incorporata dal terzo reich nel 1938, la città della repubblica ceca, a 60 chilometri da Praga, è nota per aver concentrato nel campo omonimo “ i maggiori artisti ”, “ il fior fiore degli intellettuali ebrei mitteleuropei, pittori, scrittori, musicisti ” e con “ una forte presenza di bambini ”. Presentato dalla propaganda nazista come esemplare insediamento ebraico, altro non fu che un luogo di raccolta di prigionieri da indirizzare soprattutto ai campi di sterminio di Treblinka ed Auschwitz. Su un totale di “ 155.000 ebrei passati da Terezin fino alla sua liberazione l'8 Maggio 1945, 35.440  perirono nel ghetto e 88.000 furono deportati ” per essere eliminati.

 

Terezin, costruita tra il 1780 e il 1790, nacque come città fortezza. Presentava due poli distinti: la grande fortezza, che nel 1882 venne abbandonata come sede di guarigione; la piccola fortezza, che fu adibita a carcere di massima sicurezza.

 

Gli ebrei rinchiusi nel campo di Terezin, nonostante la minaccia della deportazione, ebbero una notevole vita culturale: potevano ad esempio avere accesso ad una biblioteca di 60.000 volumi. Scrittori, professori, musicisti e attori tennero quasi quotidianamente conferenze, concerti e spettacoli teatrali, cercando di includere i bambini, per continuare il loro percorso educativo. Grazie a questo i bambini continuarono a frequentare le scuole del ghetto. Perciò si tenevano lezioni ed altre attività culturali; Là comunità riuscì a pubblicare una rivista illustrata, Vedem,che trattava di poesia, dialoghi ed era completamente prodotta da ragazzi di un' età compresa tra i dodici e i quindici anni. Alla conclusione del conflitto solo 150 bambini di 15.000, rimasero in vita, il 90% dei bambini morirono dei campi di concentramento. In tutto ciò, un insegnante di nome Dicker-Brandeis riusci a salvare oltre 4.000 disegni conservati in due valigie.

LE POESIE DEI BAMBINI

 

LA FARFALLA

L' ultima, proprio l'ultima ,

di un giallo così intenso, così

assolutamente giallo,

con una lacrima di sole quando cade

sopra una roccia bianca

così gialla, così gialla !

L'ultima,

volava in alto leggera,

aleggiava sicura

per baciare il suo ultimo mondo.
Fra qualche giorno,

sarà la mia settima settimana

di ghetto:

i miei mi hanno trovato qui

e qui chiamano i fiori di ruta,

e il bianco candeliere nel castagno

nel cortile.

Ma qui non ho visto nessuna farfalla.

Quella dell'altra volta fu l'ultima:

le farfalle non vivono nel ghetto.

 

 

A OLGA

Ascolta

già fischiala sirena delle 9

su, partiamo

per porti sconosciuti!

Ecco,

è già l'ora.

Il vento ci porta canzoni,

di paesi lontani.

Guarda il cielo

e pensa soltanto alle violette.

Ecco,

è già l'ora.

 

 

INVANO

In vano giace il derelitto,

in vano si lamenta la sua voce:

forse morirà: è bello oggi

il mondo, vero?

 

 

IL GIARDINO

è piccolo il giardino,

profumato di rose,

e stretto il sentiero

dove corre il bambino:

un bambino grazioso

come un bocciolo che si apre:

quando il bocciolo si aprirà,

il bambino non ci sarà.

 

ADDIO

Tutti gli istanti felici,

sono perduti per sempre

non ho più la forza

di proseguire il cammino.

Ancora una volta, una sola,

tenere il tuo capo tra le mani,

puoi chiudere gli occhi,e in silenzio

andarmene verso le tenebre.

 

 

COMMENTO PERSONALE:

Bisogna sempre ricordare questi tristi fatti, successi in passato, per non ripetere gli stessi dolorosi errori dell'uomo. Dobbiamo riconoscere la storia dei nostri antenati, perché è questa che ci migliora ogni giorno. Al solo pensiero di essere li ci vengono i brividi: senza acqua, senza cibo, senza luce. Quello che hanno fatto i bambini ebrei per non pensare alla morte, è memorabile e ci fa capire che tutti, nonostante la situazione, vivevano nella speranza di svegliarsi da questo brutto sogno. Oggi giorno , ci lamentiamo  senza accontentarci mai, mentre per quei bambini, l' unico pensiero era tornare a casa.

GIORNATA DELLA MEMORIA

Il 27 Gennaio di ogni anno viene ricordata la liberazione degli ebrei da parte dei russi dal campo di concentramento di Auschwitz. La Repubblica Italiana riconosce il 27 gennaio, come "Il giorno della memoria.
Hitler aveva tenuto nascosto tutte le torture che venivano inflitte agli ebrei che considerava di una razza inferiore. I campi di concentramento erano vere e proprie fabbriche di morte, dove i deportati venivano torturati e uccisi. Il dolore da parte di intere popolazioni e delle famiglie sterminate è così grande da renderlo indescrivibile. E' importante che la memoria personale diventi collettiva, in primo luogo perché le persone che hanno vissuto questa terribile esperienza si sfoghino e, magari, trovino qualcuno che si sia trovato nella stessa situazione e poi perché è importante che tutti sappiano in modo da ricordare.
Il giorno 27 gennaio 2017 con la Prof. Failla abbiamo analizzato la prefazione al libro e la poesia di Primo Levi "Se questo è un uomo".
Abbiamo riflettuto su questi due brani e poi ne abbiamo ricreato un testo con le nostre considerazioni.
La poesia di Primo Levi descrive le torture che venivano inflitte agli uomini e alle donne, come lavorare nel fango o stare in condizioni strazianti. Il libro, invece, è stato scritto a scopo di liberazione interiore. Lo studio di questi brani ci ha portato a riflettere e a pensare quanto siamo fortunati noi oggi. La libertà dell'uomo è una cosa indispensabile.

 

Laboratorio di legalità: L' OLOCAUSTO

 

di Giliberto Susanna - Giulia Contento 2° A - Attività svolta con la prof.ssa Roberta Oteri

Con il termine Olocausto si indica il genocidio perpetrato dalla Germania nazzista e dai suoi alleati nei confronti degli Ebrei, che causò circa 15 milioni di morti in pochi anni. L'Olocausto è identificato più correttamente con il termine "Shoah". Gli Ebrei della Shoah, dopo le loro morti, non vennero messi in delle tombe, ma i loro corpi vennero bruciati  le loro ceneri furono portati via dal vento.

          

GIORNO DELLA MEMORIA

Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata in commemorazione dellle vittime dell' Olocausto.

Si è stabilito di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio perchè in quel giorno del 1945 le truppe dell' Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Vi sono diverse testimonianze:

Ieri: Martin Luther King ( Birmingham 16 aprile 1963) con la lettera dalla prigione di Birmingham;

Oggi : Liliana Segre (Milano 10 settembre 1930) con la testimonianza al "Teatro dal Verme" a Milano a febbraio del 2005 

 

Lettera dalla prigione di Birmingham:

La lettera è una risposta alla dichiarazione scritta da otto ecclesiastici il 12 aprile intitolata "A Call For Unity". King rispose che senza l' azione diretta non si sarebbero mai potuti ottenere dei veri diritti civili. La lettera fu pubblicata il 12 giugno 1963, a cura della "The Christian Century", e il 24 giugno all' interno di "The New Leader".

 

Liliana Segre:

L' indifferenza uccide più della violenza, afferma Liliana Segre, una delle ultime testimoni. L' indifferenza di chi volta lo sguardo da un' altra parte e non ti riconosce più lercjhè sei diventato scomodo. Parole che risuonano come eco di unb passato ad un presente che, nella sua memoria corta, sarà condannato a ripeterlo.

 

COMMENTO:

Occorre conservare nel futuro dell' Italia la memoria di un tragico e oscuro periodo della storia del nostro Paese e in Europa, affinchè simili eventi non possano mai più accadere.

 

Il Femminicidio

La violenza non è donna

di  Aparo Serena 2° A - Attività svolta con la prof.ssa Roberta Oteri 

La donna si sente oppressa, umiliata, non trattata.

Qualcuno ha ucciso i suoi sogni veri ed innocenti.

Le sue lacrime bagnano l’Universo.

Per colpa di quei vili e meschini.

Sanno essere crudeli fino in fondo quando non sanno     

amare una donna.

Forse non amano neanche se stessi?

Commento:

Nessuna forma di violenza è concepibile, la donna deve essere amata e rispettata. La violenza distrugge la dignità, la libertà e la vita delle persone.

 Legalità
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