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 Compito di realtà: un viaggio a Siracusa tra miti e leggende
 Attività scolastiche

Classe 1 C- lavoro coordinato con la prof.ssa Belluardo

La professoressa Belluardo ci ha divisi in gruppi di 4  persone per fare un compito di realtà, ovvero immaginare di fare un viaggio immaginario a Siracusa partendo dai miti e le leggende che riguardano questa città della Sicilia. L' obbiettivo di questo lavoro è quello di conoscere meglio alcuni luoghi storici del nostro territorio e contemporaneamente renderci più competenti delle realtà circostanti.

Mito: i fiumi Ciane e Anapo

Anche i fiumi Ciane e Anapo, i cui corsi si unificano nel tratto finale per riversarsi in una foce unica, nel porto grande di Siracusa, si ricollegano al mito.

Ancora una volta la leggenda parla di un amore ”divino” finito in tragedia .

Persefone, figlia di Zeus e di Demetra, dea della vegetazione e dell’agricoltura, era intenta a cogliere fiori insieme ad alcune ninfe presso la riva del lago Pergusa, vicino Enna.

Improvvisamente, dal suo regno sotterraneo sbucò fuori Ade che, innamoratosi della fanciulla, per non perdere tempo in corteggiamenti e soprattutto per evitare di chiedere la mano di Persefone al fratello Zeus, decise di rapirla. Fu la ninfa Ciane a reagire al rapimento aggrappandosi al cocchio di Ade nel tentativo disperato di trattenerlo. Il dio arrabbiato, la percosse con il suo scettro trasformandola in una doppia sorgente dalle acque color turchino. Il giovane Anapo, vedendosi liquefare la fidanzata Ciane si fece mutare anch’egli nel fiume che ancora oggi, al termine del suo percorso si unisce alle acque del Ciane, per riversarsi nel porto grande di Siracusa.

Leggenda: Archimede e il suo Eureka!

La parola greca " EUREKA" è strettamente collegata al nome di Archimede che lo gridò mentre correva nudo per le vie di Siracusa, felice per aver risolto il problema postogli da Gerone, tiranno di Siracusa.  Quest’ultimo fece costruire una corona d'oro per porla a decoro di una statua rappresentante un Dio. Il tiranno chiese ad Archimede di capire se la corona era veramente d’oro visto che era un oggetto sacro.  Egli capì come poter risolvere il quesito: bastava mettere in una vasca una quantità d'oro puro di peso pari a quello della corona e poi riempire la vasca fino alla fine,  togliere l'oro e immergere la corona. Archimede fu così felice della sua scoperta che si alzò velocemente dalla vasca e corse per Siracusa gridando: "EUREKA, EUREKA".

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