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SALVINI E IL RITORNO DEL GREMBIULE A SCUOLA

«Dopo l’educazione civica vorrei che tornasse anche il grembiule, per evitare che vi sia il bambino con la felpa da 700 euro e quello che ce l’ha di terza mano perché non può permettersela». Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini durante un comizio della Lega a San Giuliano Terme, in provincia di Pisa. Salvini rilancia così una proposta che già da mesi ha avanzato, ribadendo i due concetti chiave per cui tiene così tanto a questa idea. Da una parte perché, secondo lui, il grembiule eviterebbe disuguaglianze tra i bambini più ricchi e quelli meno abbienti che indosserebbero così  tutti la stessa divisa. E dall’altra, come affermato oggi da Salvini, perché l’idea del grembiule aiuterebbe a riportare “ordine e disciplina” nelle scuole. Il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, però la vede diversamente: «Reintrodurre il grembiule nelle scuole è possibile», ha detto il dirigente scolastico, «l’emergenza più importante è tuttavia un’altra: i solai e i controsoffitti delle scuole andrebbero monitorati, ogni settimana c’è un crollo; a volte si tratta di fatti lievi, a volte cadono interi pezzi di soffitto: è una cosa molto urgente». Anche io, come il preside e, sulla base della mia esperienza di studentessa delle scuole elementari, ritengo che a scuola le priorità siano altre. Inoltre, penso che come essere umano ho il diritto di scegliere come vestirmi e di esprimere me stessa in ciò che indosso o faccio. Se ci vietassero anche questo, penso che impazziremmo. Siamo identificati come numeri sul registro, ma non lo siamo. Siamo persone e come tali dobbiamo essere libere di esprimerci, in qualsiasi forma: la diversità deve essere promossa, non limitata.

Bianca Maiolino -V B Scuola Primaria

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